Josep Martinez, debutto per l’eredità
Josep Martinez, il nuovo portiere dell’Inter, ha condiviso le sue esperienze e visioni sulla carriera in un episodio di “Welcome Home”. Ecco cosa ha raccontato:
“Ho iniziato a giocare a calcio a cinque anni e ho praticato vari sport, tra cui tennis, padel e surf. Sono appassionato di Formula Uno e MotoGP, seguo sempre le gare quando ci sono piloti spagnoli, e tifo per loro. Se non fossi diventato calciatore, mi sarebbe piaciuto lavorare come fisioterapista nello sport. La mia passione per il calcio è nata grazie a mio padre; ricordo con affetto il primo campo in cui ho giocato nella mia città.
Da bambino il mio idolo era Cañizares, mentre con la crescita, Casillas è diventato il mio mito, anche se mi considero più un portiere in stile tedesco. Il periodo al Barcellona è stato cruciale per la mia carriera: è stato un enorme passo avanti, sia sul piano calcistico che personale. Ho appreso moltissimo, inclusi valori fondamentali al di fuori del campo.
Mi definisco un portiere intuitivo, anche se non mi piace etichettarmi così. Credo che un portiere debba essere reattivo e sempre pronto. Il mio primo allenatore al Barcellona mi ha insegnato molto, migliorandomi nella preparazione professionale. A Las Palmas, quando avevo 20 anni, giocavo già in prima squadra e mi vedevano come il nuovo Casillas per la Spagna. Tuttavia, un infortunio mi ha tenuto fuori per mesi, e questa esperienza mi ha insegnato a rimanere concentrato e non lasciarmi influenzare dai giudizi esterni.
Fuori dal calcio, mi piace trascorrere il tempo con la mia famiglia, fare passeggiate e fare shopping. Sono anche un appassionato di PlayStation e mi piace mantenere i contatti con gli amici lontani. Il mio pregio è il coraggio, mentre il mio difetto è la testardaggine.
Ritengo che la vita nello spogliatoio sia cruciale: avere compagni che ti aiutano a crescere è fondamentale e questi valori sono importanti anche nella vita di tutti i giorni.
La determinazione è essenziale nel calcio: il talento può aprire le porte, ma per rimanere al top è necessaria disciplina. Ho visto molti giocatori arrivare in alto ma perdere la posizione per mancanza di determinazione.
Nel calcio, abbassare l’attenzione può portare a essere superati, perciò la disciplina è fondamentale.
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